In genere è così: da una situazione di emergenza si finisce per costruire un’opportunità. 

Un momento emergenziale, breve o lungo che sia, apporta notevoli cambiamenti. La situazione attuale, completamente stravolta dall’emergenza Covid 19, non fa eccezione alcuna.

Per le aziende, e più in generale per il mondo del lavoro, la più grande novità è stata l’introduzione “strutturale” dello smart working.

Cos’è lo Smart Working

Ma vediamo cosa significa esattamente. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali lo definisce così: “lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività”.

In altri termini: una rivoluzione socio-culturale, oltre che economica per le nostre realtà.

Flessibilità ed autonomia le chiavi di lettura, con esiti in termini di produttività ancora tutti da verificare.

Un cambiamento epocale

Per permettere ciò serve un cambio di passo organizzativo dell’azienda ed un modo di collaborare tutto nuovo. Una sfida a 360° che muta profondamente il quadro pre-pandemia ed impone scelte tanto radicali quanto veloci da attuare.

Differenze tra Smart working e telelavoro

Smart working non significa affatto telelavoro, come invece pensano in tanti.

In passato la possibilità di lavoro a distanza era prevista e regolata dalla legge n. 191 del 1998 che all’art. 1 comma 1 che recita:

Allo scopo di razionalizzare l’organizzazione del lavoro e di realizzare economie di gestione attraverso l’impiego flessibile delle risorse umane, le amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 29, possono avvalersi di forme di lavoro a distanza. A tal fine, possono installare, nell’ambito delle proprie disponibilità di bilancio, apparecchiature informatiche e collegamenti telefonici e telematici necessari e possono autorizzare i propri dipendenti ad effettuare, a parità di salario, la prestazione lavorativa in luogo diverso dalla sede di lavoro, previa determinazione delle modalità per la verifica dell’adempimento della prestazione lavorativa)…

Concretamente , il telelavoro prevede lo spostamento (totale o parziale) della sede di lavoro dai locali aziendali ad altra sede, ma il dipendente è vincolato, comunque, a lavorare da una postazione fissa e prestabilita, con le stesse “regole” dell’ufficio.

Al contrario, non viene stabilire alcuna postazione fissa. Le limitazioni regolano soltanto la durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale. Si può lavorare da qualsiasi posto, senza pause od orari prestabiliti.

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